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E se, un giorno,
un ministro dell'economia
venisse incriminato
per violazione dei diritti culturali?

PERCHE’ FIRMARE

L'1 PER TUTTI, TUTTI PER L'1
  1. La proposta trova i propri fondamenti nel riconoscimento istituzionale della "sostenibilità culturale", ossia di quelle condizioni ritenute indispensabili per favorire la rigenerazione continua di processi culturali i quali, al pari dei processi ambientali, economici e sociali, sono da considerarsi  una  componente strutturale del modello di sviluppo contemporaneo.
  2. La possibilità di siglare a livello europeo un "Patto per la sostenibilità culturale" si basa   sull’esistenza dei “diritti culturali”, spesso volutamente ignorati e poco considerati nel dibattito istituzionale pur appartenendo  alla “classe” dei diritti umani e trovando la propria fonte normativa nella “Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo”.
  3. Un "Patto per la sostenibilità culturale" trova  legittimità anche all'interno della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea,  dove  all’art.167  viene sottolineato come la stessa Unione “contribuisce al pieno sviluppo delle culture degli Stati membri”.
  4. Oggi la disoccupazione tra i giovani è al 30 % ma l’Italia per creare nuovi posti di lavori investe, secondo l’ultimo rapporto Censis, 25 volte meno della Francia e 18 volte meno della Germania mentre per i prepensionamenti la spesa pubblica italiana è 10 volte superiore a quella della Francia.
  5. Una spesa pubblica, peraltro, che viene ripartita con procedimenti poco trasparenti che  incoraggiando spesso sprechi di risorse pubbliche e favoriscono logiche di spartizione privatistica.
  6. In questo quadro  i finanziamenti che vengono dati alla cultura e alla ricerca, indispensabili a creare non solo innovazione ma anche una coscienza critica nel Paese, continuano a diminire e nell’ultima finanziaria, quella del 2011, sono passati dallo 0,26 allo 0,23% del Pil, a differenza di paesi come la Francia, la Germania e la Norvegia dove le spese per la cultura rappresentano l’1% del Pil.
  7. L’Unione Europea, dal 1 aprile 2012, ammette la possibilità che venga  ratificata dal Parlamento europeo una proposta di legge  di competenza della Commissione se sottoscritta da  un milione di firme, raccolte in almeno sette Stati membri.
  8. In Italia la raccolta delle firme viene utilizzata per abrogare una iniziativa legislativa o per confermare una modifica di una legge costituzionale, mai per proporre una iniziativa legislativa.
  9. “L’1 per tutti, tutti per l’1” vuole rappresentare una delle prime proposte di “democrazia diretta” in grado, finalmente, di dar voce ai cittadini europei per incidere sulla società.Le firme da raccogliere in ogni paese dell’Unione europea sono proporzionali al numero degli abitanti e in Italia devono essere raccolte almeno 54.000 firme.
  10. Da questo quadro è facile percepire l’importanza di questa proposta  che può rappresentare una svolta non solo per i destini del nostro Paese ma, anche, per esplorare nuovi modi di democrazia diretta e partecipata.
FIRMA ANCHE TU!